Vediamo questo cosa implica dal punto di vista del suono. Come abbiamo visto nella relativa sezione, un segnale sinusoidale è costituito da una sola frequenza [Vedi: Sinusoide pura], pari al numero di cicli che la sinusoide stessa compie in un secondo. Se consideriamo un segnale con delle transizioni più brusche, queste saranno descritte da altre frequenze, dunque un segnale che presenta brusche transizioni in tempo contiene un serie di frequenze. Più sono brusche le transizioni, più sono necessarie frequenze alte per riprodurle. A questo proposito ricordiamo che un'onda rettangolare [Vedi: Onda quadra] presenta transizioni istantanee (si tratta di un'astrazione teorica [Vedi: Fisica ideale e fisica reale] che nella realtà non esiste in quanto le transizioni di ampiezza non possono mai avvenire in un tempo nullo). Per rappresentare un segnale di questo tipo occorrono infinite sinusoidi con frequenza via via crescente, dunque in sostanza occorrono infinite frequenze (anche questa ovviamente è un'astrazione teorica). Vediamo allora che troncando la cima della sinusoide, l'amplificatore impone al segnale delle transizioni non contenute nel segnale originario. Questo genera nuove frequenze non presenti nel segnale iniziale e questo è all'origine della distorsione. Dunque a meno che non si ricerchi volutamente la distorsione come effetto, la tensione di ingresso deve essere sempre entro i limiti indicati nelle specifiche dell'amplificatore riguardo il segnale di ingresso.

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