La modulazione di ampiezza è detta anche Modulazione AM , dall'inglese Amplitude Modulation dove il termine modulazione indica l'alterazione di un segnale con un andamento proprio da parte di un secondo segnale. Il tipo di alterazione può essere di vario tipo, nel caso della modulazione di ampiezza consiste nella semplice moltiplicazione delle ampiezze dei due segnali, come visualizzato nella figura seguente:
Possiamo vedere come la portante sia una sinusoide semplice di frequenza abbastanza elevata mentre il segnale modulante (che è poi l'informazione da trasmettere) è in questo caso una sinusoide ad una frequenza molto più bassa della portante. Il segnale modulante può essere un qualsiasi segnale a bassa frequenza, come per esempio un segnale audio. Allora possiamo pensare al segnale audio di un pezzo musicale, moltiplicarlo per un segnale di frequenza elevata (vedremo in seguito quanto) attraverso un circuito modulatore e mandare il segnale ottenuto su un'antenna. Da lì il segnale verrà trasmesso e infine captato da un'antenna ricevente alla cui uscita avremo una piccola corrente che ha l'andamento del segnale trasmesso. Attraverso opportuni circuiti (demodulatore ) saremo in grado a valle di estrarre il segnale audio dal segnale ricevuto e del quale conosciamo la frequenza della portante. Per avere un esempio pratico pensiamo ai comuni apparecchi radio nei quali "cambiamo stazione", ossia ci sintonizziamo di volta in volta su frequenze portanti differenti finché non ci fermiamo su quella che vogliamo ascoltare, che trasporta il nostro programma preferito.
La modulazione di ampiezza viene impiegata sulle frequenze medie, ossia con onde che hanno una lunghezza tra 100m e 1 Km. Questo le rende molto adatte a viaggiare aggirando gli ostacoli grazie alla diffrazione. Inoltre non è soggetta alle interferenze dovute alle riflessioni che, essendo tutte alla stessa frequenza, contribuiscono a rinforzare il segnale o ad attenuarlo, ma non lo alterano.

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