Indice
- 1.1. Il suono, la vita e l'attenzione psicologica
- 1.2. Piccola storia dello studio dell'ascolto
- 1.3. L'ascolto
- 1.4. Identificazione delle sorgenti
- 1.5. Come ascoltiamo
- 1.5.1. L'ascolto umano inizia dall'orecchio
- 1.5.2. L'ascolto umano non è lineare
- 1.5.3. L'ascolto umano è influenzato dall'orecchio esterno
- 1.5.4. L'ascolto umano è sensibile alla fase
- 1.5.5. L'ascolto umano soffre le bande critiche
- 1.5.6. L'ascolto umano è determinato dal mascheramento
- 1.5.7. L'ascolto umano riscontra i battimenti
- 1.5.8. L'ascolto umano è sensibile ai ritardi
- 1.5.9. L'ascolto umano è sensibile al tempo di percezione.
- 1.5.10. L'ascolto umano è sensibile allo spazio
- 1.6. Le misure soggettive
- 1.7. APPENDICE: La notte uterina
La quotidianità della nostra vita, soprattutto per chi vive nelle grandi città, è, negli ultimi decenni, caratterizzata da criteri di velocizzazione e di moduli che, come ogni buon saggio di sociologia e psicologia sociale riportano, tende ad abbattere i livelli minimi di attenzione a favore dell'efficacia, a volte prepotente, di un messaggio da recapitare al cervello con qualunque degli stimoli possibili. Vale a dire che la sensazione provocata è spesso istintiva, poco ragionata, o ancor peggio non effettivamente goduta. Tutto questo comporta dapprima una perdita di sensibilità, subito poi effetti neurologici e psicologici non del tutto trascurabili, e non ultimo un processo di dipendenza che costringe il soggetto a reagire istintivamente a sempre più stimoli. Molti di questi segnali sono di tipo acustico, e la perdita di sensibilità ci induce alla ricerca di riempitivi e a stimoli sempre più irruenti o stereotipati per il rifiuto di concentrare la nostra attenzione a nuove forme e nuove caratteristiche delle sonorità percepite. A questo fattore di natura patologica va aggiunta l'educazione ed eventualmente il basso grado di cultura generale che non aiutano certo il soggetto all'approfondimento di ciò che percepisce. Per un tecnico del suono invece, la differenza risulta essere di grande fondamento, infatti ognuno di noi sente, e il sentire altro non è che l'attitudine a percepire dei suoni rimanendo nel terreno della fisiologia. Le operazioni di trasduzione del nostro sistema nervoso centrale sono ormai di quantità rilevante; in effetti l'interpretazione della segnaletica stradale, il tono continuo o spezzato di un ricevitore telefonico, le varie avvisaglie acustiche professionali, sottopongono il nostro sistema cognitivo ad un continuo lavoro. Nella gran parte dei casi non è più riconoscibile il primitivo processo di identificazione-trasduzione e codifica per via del tempo che si impiegherebbe a rendere il fenomeno a piena conoscenza. Nella maggior parte degli eventi quindi rimaniamo isolati in elogio alla velocità d'azione, che coinvolge il nostro sistema in un eccessivo e controproducente lavoro. In effetti la perdita di attenzione al mondo sonoro ha modificato i primordiali comportamenti che normalmente nella fisiologia umana avevano priorità. Oggi, ne deriva un'insaziabile ricerca di fenomeni artificialmente costruiti, svalutando gli aspetti originari. In altre parole, lo studio dell'ascolto in relazione ai comportamenti umani non può prescindere dai condizionamenti culturali legati a questa epoca e al contesto sociale di appartenenza. Questi fattori ne determinano anche delle esigenze, e le condizioni vanno a ripetersi nella ricerca di soddisfazioni sensoriali, spesso non arbitrariamente educate. La musica, le sorgenti naturali di suono, o quanto di più fastidioso possa impiegare il nostro ascolto, troverebbero una comune classificazione nell'essere considerate; eppure la differenza tra una produzione musicale, e un rumore di frullatore non è mai stata degna di valutazione se non per aspetti fisici orientati nel campo delle misure. L'introduzione del Mel, del Sone, del Phon, di varie curve di pesatura e di quanto di più soggettivo possa ricondurre ad una scala di misura, dimostra l'esigenza di razionalizzare, seppur a volte in forma approssimata, la capacità sensoriale umana, influenzata da un'enorme quantità di parametri interagenti. L'altro strumento che alimenta l'attenzione verso l'argomento è la versatilità del sistema uditivo, e la sua interazione con gli altri sensi umani. Facile dire, a questo punto, che discipline come l'auxologia (studio dell'evoluzione fisica), la psicologia, o la neurologia per esempio, rimangono chiuse a loro stesse adoperando un gergo non facilmente miscelabile a quello fisico, ma sarebbe troppo ingenuo. Opportuno invece è considerare a gran valore il contributo offerto dai teorici e sperimentatori di queste discipline. Disfunzioni come l'amusia o l'afasia sono state in parte risolte grazie all'interscambio della sapienza prodigata nelle varie discipline.