Lavorare come tecnico del suono prevede spesso l'uso della cuffia dipendentemente dalle applicazioni specifiche. La cuffia è uno strumento che consente all'audioproduttore di analizzare alcuni aspetti con una criticità maggiore e soprattutto selezionata.
- Consente l'isolamento dall'esterno.
- Permette l'ascolto di una singola sorgente isolandola dalle altre.
- Evidenzia le caratteristiche timbriche, dinamiche e acustiche di una sorgente.
- Fornisce la reale dosatura di ambienti artificiali aggiunti e la loro qualità.
- Consente, in caso di registrazione, di non interessare l'ambiente di ripresa.
- Permette criticamente di leggere dei suoni e dei rumori estranei a basso livello.
- Mette in evidenza le diafonie.
Queste possibilità fanno si che la cuffia sia uno strumento indispensabile per operare, proprio per la sua esclusiva funzione di monitoraggio. L'uso che se ne fa è strettamente relativo, oltre al già citato tipo di lavoro, anche ai volumi d'esposizione in cui si opera. Da questa prima considerazione se ne deduce che le cuffie ad uso professionale debbano essere di tipo chiuso (cio è che hanno un alto coefficiente di isolamento dall'esterno). Ragionando sulle possibilità che essa offre ad un operatore per costruire il suo suono, riscontriamo una particolarità di fondo che ne abilita l'uso per suoni singoli piuttosto che per suoni missati o definitivi. Ha la funzione più vicina ad un microscopio che ad un megaschermo nonostante il largo uso che se ne fa nel consumer per ascoltare musica (vedi i-pod, walkman ecc). A giudicare da questo, un prodotto musicale dovrebbe nascere anche per essere ascoltato in cuffia. In effetti l'uso degli ambienti artificiali tende a spazializzare il suono molto spesso su un concetto di separazione sinistro-destro piuttosto che di decadimento architettonico, facilitando l'ascoltatore ad un coinvolgimento poco naturale ma di grande effetto.
Per un tecnico del suono è cosa ben diversa. Gli effetti negativi che si evidenzieranno con l'uso prolungato della cuffia, possono essere riassunti in tre grandi problematiche:
Perdita dell'udito: L'uso prolungato della cuffia predispone il tecnico del suono alla sordità, soprattutto se ne fa un uso a regimi di livello elevati. Questo bombardamento di suoni direttamente nel condotto uditivo, spesso non consente un controllo immediato quando un'attore urla, un batterista improvvisamente suona, o un canale di un mixer inaspettatamente viene aperto. A questo tipo di pericoli va aggiunta la tendenza ad alzare il livello pensando di evidenziare dei difetti di sottofondo. Tutto questo, per quanto possa ritenersi necessario ed inevitabile per un tecnico, assicura al fonico un futuro meno felice in quanto ne limiterà con certezza le sue abilità auditive.
Perdita della localizzazione del suono: Il suono generato nella realtà subisce riflessioni. Anche un suono generato da altoparlanti subirà le riflessioni dell'ambiente. Il nostro orecchio interpreterà le provenienze soprattutto attraverso l'uso del padiglione. Quest'ultimo, con l'uso della cuffia viene definitivamente neutralizzato, annullando cosi quel processoeffetto che il nostro sistema è abituato a fare coinvolgendo orecchio esterno e cervello. Il cervello si trova solo a capire da dove provengono i suoni, e, l'uso prolungato delle cuffie lo sottopone a dure prove di codificazione. Tutto questo, oltre a creare degli sfinimenti neurologici che si manifesteranno sottoforma di stanchezza ed emicranie, rende il tecnico distratto nella vita comune cercando con meno riflessività la provenienza delle sorgenti. Questa violenza che si fa al sistema di codifica del sistema nervoso centrale tende anche a far perdere la capacità di selezione (mascheramento volontario) proprio perché le cuffie, non rappresentando un ambiente, immettono nel nostro orecchio suoni che, per essere selezionati, pretendono il solo uso del cervello, contrariamente alla vita reale in cui sarebbe coaudiuvato dalla posizione, dalla vista e dalle caratteristiche ambientali delle sorgenti.
Perdita dei riferimenti del suono complessivo: Si è parlato, nel paragrafo del missaggio, di come i suoni perdano le loro carattteristiche naturali per poter partecipare al missaggio in favore di un suono complessivo. L'uso della cuffia evidenzia le caratteristiche singole degli strumenti o delle sorgenti in genere, generando dei conflitti di scelta per un operatore combattuto tra il non modificare le caratteristiche originali di un suono e la sua funzionalità in ambito generale. A questo non si ovvia più con il concetto di economia, piuttosto lavorando su un concetto generale di suono che di certo la cuffia non aiuta a fare.
La cuffia è quindi un'arma che va saputa usare, la sua scelta è spesso uno standard riconosciuto tra chiusura, comodità, linearità e dinamica, ma per il resto, vista l'alta qualità delle cuffie in commercio, il fonico deve sceglierne una più neutra possibile e concentrarsi su un uso ragionato e non emotivo.