Un frate domenicano disse che il mistero è una cosa oscura in sé ma che illumina tutto il resto. Questo aforisma potrebbe essere adatto al suono che nonostante sia invisibile può emanare così tanta luce. Rimane solo da capire cosa c'entra il mistero in tutto questo. La sensazione che il suono provoca è una forma misteriosa di persuasione, ma il nostro punto di partenza è che la produzione sonora la si ascolta con istinto, ma la si deve realizzare con raziocinio e gusto. Non è usuale riscontrare nel pubblico, nei fruitori finali della produzione sonora, un ascolto professionale, analitico. E' qui il mistero, quello di essere consapevoli che la produzione musicale o sonora in genere può continuare a nascere anche senza dei pretenziosi ascoltatori, e in fondo anche la televisione e il cinema continuano a produrre ignorando i critici. Il punto è che mentre il pubblico in genere ha difficoltà ad identificare le cause della bontà o della inadeguatezza di un prodotto, il tecnico dev'essere in grado di intercettare queste cause e di operare su di esse per dare al pubblico un prodotto migliore, bilanciando tra l'altro le esigenze e le aspettative del committente, di sé stesso, del fruitore finale di oggi e di domani. La paura è che l'istinto e la buona tecnica non bastino più! Infatti la buona critica avvalora ed evolve una disciplina al punto di portarla, per la sfortuna di alcuni, allo scoperto. E' questa la definizione di luce, ossia: la trasparenza di una produzione nell'essere quel che si voleva che fosse .
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