La perdita dell'udito va divisa in perdita a corto termine oa lungo termine. La prima si ottiene con l'esposizione breve a sollecitazioni acustiche violente, dovute a macchinari, traffico o anche alla permanenza in una discoteca. Con questa stimolazione la soglia di ascolto si eleva temporaneamente contenendo i suoni violenti e rendendosi meno sensibile alle basse stimolazioni. L'effetto è limitato a periodi di tempo compresi tra poche ore fino ad alcuni giorni dipendentemente dalla violenza e dal tempo di esposizione. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che in alcuni casi l'innalzamento della soglia è rimasto invariato o in altri si è verificata una perdita permanente dell'udito. Un tecnico del suono ha il dovere di proteggersi da tali esposizioni anche nel caso di brevi periodi dovuti allo stesso ascolto del prodotto che si sta producendo ad alti volumi poiché danneggerà l'ascolto stesso per le successive ore alterandone il prodotto.
L'effetto che normalmente si verifica è la forte attenuazione delle alte frequenze, ne consegue quindi uno spropositato rinforzo delle stesse rendendo il tutto alquanto stridulo e probabilmente distorto e disarmonico. Questo appunto vale per il fonico come un obbligo a sospendere il missaggio fin quando non recupera la piena e perfetta forma di ascolto, altrimenti il prodotto sarà eccessivamente brillante. E' bene in ogni caso conoscere la propria curva d'ascolto almeno una volta ogni cinque anni. L'ascolto prolungato a forti intensità causa una perdita dell'udito in forma permanente, oppure può causare il cosiddetto tinnitus, un fastidioso e continuo fischio, che coinvolge più di 30 milioni di persone nei soli Stati Uniti, e ancor più preoccupante, il 3% dei giovanissimi italiani.