Nelle pratica di ascolto in cui si è progredito finora, si è sempre puntualizzata una particolare attenzione alla continuità del suono. La continuità corrisponde al coerente sviluppo della dinamica, della curva di frequenza generale e dalla generale atmosfera che attraverso lo stile si è cercato di personalizzare. Un pratico riscontro della continuità è assicurato dall'ascoltare due frammenti in tempi diversi dello stesso brano e verificarne la loro identità congiunta. Questo implica che anche in fase di missaggio si sia già pensato all'omogenia del lavoro. La qualità di un prodotto sonoro, nel mantenere la sua continuità, deve però conservare una caratteristica indispensabile alla sua stessa comunicabilità e a quella del messaggio da recapitare: la punteggiatura . Per quanto la punteggiatura possa essere strettamente dipendente dalla composizione, nel caso della musica, e dalla recitazione, nel caso del parlato, conserva una sua autonomia soprattutto nella gestione delle code sonore. Ci sono varie forme per costruire la punteggiatura, ma possiamo riassumerle in due grandi blocchi usando in prestito termini dalla grammatica italiana:
- Per asindeto in cui ogni suono delinea una sua particolare caratteristica architettonica e quindi la sua coda sonora non è usata in funzione di legatura con i suoni successivi. E' come se si usasse una virgola per ognuna delle voci da elencare. Questo tipo di punteggiatura è spesso usata su suoni impulsivi come la batteria, o a note corte, oppure al finire di un cantato per interrompere bruscamente la coda della voce per aprire ad una nuova strofa senza residui della precedente. Si direbbe un punto, o meglio un volta pagina.
- Per polisindeto , invece, il legame si fa forte ed ha funzione di congiungere, come se si aggiungesse una ‘e'. Le code sonore quindi si lasciano cadere nella loro naturale evoluzione e legano con i suoni successivi costruendo una saldatura non sempre facile da gestire.
Come in una struttura grammaticale, strumenti come la troncatura, l'elisione e l'accento, possono essere riprodotti in fase di costruzione sonora. Riconoscere in un prodotto sonoro una grammatica di componimento, è caratteristica di raffinati e sensibili ascoltatori che sapranno dosare code, compressioni, flangers eccetera a servizio di una lettura scorrevole ed elegante dell'intera opera. Un esempio per tutti: si usa il reverse gate, una sorta di riverbero troncato al contrario della sua naturale decadenza, come un tipico effetto di chiusura violenta. E' un virtuosismo noto che nella prassi del suo essere adottato, rappresenta una ormai consolidata caratteristica espressiva, tanto da essere preprogrammata dalle case costruttrici nei multieffetti. Inutile dire che le combinazioni per generare la punteggiatura sono infinite. Finiti sono invece i tecnici che riconoscono il valore aggiunto di questa caratteristica che purtroppo si sta perdendo anche nella lingua parlata.