Queste due terminologie sono spesso confuse l'una con l'altra. Se avviene un incontro tra un segnale e sé stesso ad una diversa fase, cio è in tempi diversi, il segnale può risultare amplificato o attenuato a seconda che l'interferenza tra le due componenti sia distruttiva o costruttiva. Il primo fenomeno produce un effetto di cancellazione di alcune frequenze, di abbassamento di livello e compromette la monocompatibilità (se lo sfasamento avviene tra i canali sinistro e destro), e l'integrità delle armoniche. Questa controfase può già nascere nella ripresa, ossia a causa del ritardo che lo stesso segnale porta nel raggiungere due microfoni distanti tra loro. La fase viene indicata con la lettera greca phi (pron.: fi). Naturalmente una relazione di fase in opposizione totale provocherebbela cancellazione del segnale. Per un ascoltatore, la fase è molto importante da valutare ogni qualvolta si accoppino due o più segnali, o lo stesso segnale da due diverse diffusioni. Le controfasi possono essere acustiche o elettriche a seconda che si siano sviluppate da un'interferenza nella diffusione aerea oppure nei circuiti elettronici. Sia l'una che l'altra all'orecchio sono riscontrabili o come abbassamenti di livello, o come effetto metallico, o come netto cambio della timbrica, oppure, se continua nel tempo, come una modulazione che inquadra tutti questi difetti. Un tecnico del suono, oltre a saperle riconoscere, deve essere attento che il percorso del segnale non subisca mai rovesciamenti di fase che potrebbero complicargli il lavoro in termini piuttosto compromettenti. Un ultima considerazione va aggiunta a proposito dell'equalizzazione: ogni manomissione del segnale originale, anche che fosse per migliorarlo, introduce una piccola rotazione di fase per via dei ritardi creati dai condensatori nei filtri alle frequenze più alte. Riconoscere il grado di alterazione che un equalizzatore può introdurre è cosa da maestri, considerando che esso è direttamente proporzionale alla qualità e dunque al costo delle apparecchiature. Un grande aiuto può darcelo il correlatore di fase, o l'ascolto monoaurale approntato per verificare appunto la monocompatibilità (vedi figura “correlatore di fase”).
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