Udire ed ascoltare sono due attività differenti. Udire è l'attitudine fisica a percepire il suono, cominciamo ad ascoltare quando il suono è filtrato, manipolato e processato dal cervello. Affinché l'audioproduttore sia altamente consapevole del suono con cui sta lavorando, deve essere maggiormente in grado di poterlo giudicare. La maggior parte di noi percepisce suoni di frequenza compresa tra 20 hertz (Hz) e circa 18 Kilohertz (KHz). I suoni di frequenza molto bassa emessi da macchine da costruzione industriale, o da strumenti musicali come l'organo, la grancassa, i contrabbassi sono, ad esempio, nella gamma tra 16 e 100 Hz. Molti di noi hanno familiarità con il ronzio dei 50 Hz, il suono emesso da inappropriate connessioni tra apparecchiature audio. Molti possono sentire l'alta frequenza emessa da un televisore attorno ai 15 KHz. Non è insolito trovare fonici o produttori del suono che possono ascoltare frequenze oltre i 18 KHz. Avere ”orecchie d'oro” non fa di unuomo, a priori, un geniale fonico o produttore: in aggiunta al fatto che ha un eccezionale ascolto deve anche capire che cosa ascolta.
Il grafico relativo alla linea piatta indica come tutte le frequenze da 20 a 20 KHz, conosciute come lo spettro audio, sono presenti esattamente allo stesso volume. L'avere tutte le frequenze allo stesso livello rappresenta una risposta lineare, detta anche “flat”. Questo segnale è acusticamente percepito come un impetuoso e sibilante suono chiamato “Rumore rosa”. Un circuito come un amplificatore, preamplificatore o mixer è detto essere lineare, o flat, se non cambia, ossia colora nessuno dei segnali che passano attraverso di lui. In verità, tutti i circuiti modificano piccole caratteristiche del suono che li attraversa. La buona educazione dell'orecchio del fonico è insita nella conoscenza di queste delicate variazioni che fanno la differenza fra povere e stupefacenti registrazioni.